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IL COLLE DI LABRO FU SCELTO
DALL'ANTENATO BERARDO, FRA IL IX E IL X SECOLO, PER FONDARE L'INCASTELLAMENTO CHE SAREBBE DIVENUTO LA SEDE DELLA SUA FAMIGLIA, I NOBILI.
   NEL 1624, PER IL MATRIMONIO DI GIROLAMO DE'NOBILI CON VIRGINIA VITELLESCHI, RIMASTA L'ULTIMA DELLA SUA FAMIGLIA, PERCHÉ NON SI PERDESSE, IL COGNOME VITELLESCHI VENNE AGGIUNTO AL COGNOME NOBILI.
  I DISCENDENTI DI BERARDO,I NOBILI VITELLESCHI, ABITANO ANCORA A LABRO, IN UNA PARTE DELL'ANTICO INCASTELLAMENTO. 

PERSONAGGI

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LE DUE FAMIGLIE

I NOBILI

Erano un ramo della famiglia degli Arroni. Berardo degli Arroni, fondatore di Labro, fu soprannominato “il nobile di Labro” e dal soprannome é derivato il cognome, Nobili. Per secoli la famiglia Nobili costituì una realtà importante nell’ambito di un vastissimo territorio, e, a Rieti, ricoprirono cariche politiche di rilievo. Nel 1357, venuti in possesso del feudo di Repasto, usufruirono di grandi privilegi connessi al feudo stesso (potere giurisdizionale). La famiglia fu sempre soggetta all’Impero e partecipò a numerose battaglie a fianco dell’Imperatore.

I VITELLESCHI

Importante famiglia originaria di Tarquinia, nota da prima dell’anno 1000, conta personaggi di spicco fra i suoi discendenti. Citiamo il Cardinale Giovanni Maria Vitelleschi, vissuto nella prima metà del 1400, famoso condottiero, a capo dell’esercito papale e Muzio Vitelleschi, uno dei fratelli di Virginia, moglie di Girolamo de’Nobili. Muzio, nel 1600, per quasi 30 anni, fu Generale dei Gesuiti, la più alta carica dell’Ordine. Un altro fratello di Virginia fu Marcantonio, la cui discendenza non ebbe fortuna. Infatti, all’inizio del 1600, gli unici eredi in vita erano Virginia e i suoi due figli. Di conseguenza, e su richiesta degli anziani parenti Vitelleschi, i figli di Virginia ereditarono tutto il patrimonio della famiglia materna a condizione di assumerne il cognome e di portarne lo stemma. Così il cognome divenne Nobili Vitelleschi e i due stemmi furono uniti a comporne uno unico.

1624

L'UNIONE

L’unione delle famiglie Nobili e Vitelleschi fu certamente vantaggiosa per i discendenti, che poterono usufruire di un miglior rapporto con il Papato.I beni ereditati ampliarono il raggio di azione della famiglia con un notevole incremento economico. I Vitelleschi avevano ricevuto il titolo di Conte, trasmissibile a tutti i discendenti maschi, titolo che fece parte dell’eredità. Ma sembra che non fosse gradito dagli eredi, che pretesero il titolo di Marchese, concesso nei primi decenni del 1700 a Francesco Nobili Vitelleschi. 

 

Nel 1800 la famiglia era molto ricca, finché il nuovo ordinamento istituito da Napoleone non mise fine all’antico sistema feudale. Cadde anche la legge del maggiorascato, secondo la quale il primogenito ereditava tutto, con l’obbligo, però, di mantenere o fornire di una dote adeguata i fratelli e le sorelle, sia che si sposassero o che entrassero in convento: ormai i beni andavano divisi tra tutti i figli. Bastò una generazione perché la famiglia perdesse la sua ricchezza: il sistema antico aveva garantito il mantenimento del patrimonio che, restando unito, riusciva a provvedere a tutti.

 

La spartizione causò grandi problemi, sia perché venne meno la possibilità di sostenere le parti meno redditizie del patrimonio terriero con l’apporto di quelle di maggior reddito, sia perché nessuno degli eredi era stato preparato ad amministrare una sua proprietà. Alla fine del 1800 alla famiglia Nobili Vitelleschi restava ben poco dell’enorme patrimonio di un tempo.

2021

DOVE IL TEMPO SI È FERMATO

LABRO OGGI

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© Joseph Rigo

Uno dei borghi più belli d’Italia, preservato e restaurato con arte e passione da Architetti che si sono impegnati a rispettare le caratteristiche medievali del luogo, pur apportando le innovazioni necessarie per la vita odierna. Il restauro, iniziato negli anni ’60 del secolo scorso, è quasi completo. Si lavora ancora, sempre con lo stesso impegno a preservare l’aspetto originale del borgo. Citiamo l’Architetto Ivan Van Mossevelde, Belga, al quale si deve la quasi totalità dei restauri e Fabio Pitoni che con i suoi progetti ha contribuito alla riattivazione di numerosi edifici, tra tutti ricordiamo i restauri del Teatrino e del Convento. Se l’aspetto esteriore del borgo è rimasto quello che era, le case restaurate, all’interno, sono splendidamente rifinite e organizzate, nel rispetto degli ambienti antichi ma con il sapore della semplicità unita alla praticità. Labro oggi offre l’occasione per soggiorni all’insegna del riposo e della tranquillità insieme alla possibilità di passeggiate e gite nei dintorni, ricchi di luoghi caratteristici e città storicamente e artisticamente interessanti, come Spoleto, o Rieti e tanti altri. Senza trascurare l’aspetto gastronomico: i ristoranti e le pizzerie di Labro hanno la fama di essere tra i migliori della zona.

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